Keith
Haring
Biografia
Primo
e unico maschio dei quattro figli di Allen e Joan, mostra una precoce
predilezione per il disegno incoraggiata dal padre, disegnatore di fumetti e
cartoni animati. Furono proprio i personaggi dei fumetti come quelli di Walt
Disney, di Dr. Seuss e altri eroi delle animazioni televisive a esercitare su
di lui un'influenza duratura. È proprio in questo periodo che decide di fare
dell'arte stilizzata la sua ragione di vita.
Torna a Pittsburgh e si iscrive all'Università; per mantenersi lavora come
cameriere alla mensa di una fabbrica locale. Successivamente trova un impiego
presso un locale che espone oggetti d'arte. Qui allestisce la sua prima
mostra personale di disegni. Fu anche arrestato parecchie volte per aver
"imbrattato" i muri.
Importante per la sua evoluzione futura è una retrospettiva dedicata a Pierre Alechinsky, organizzata nel 1977 dal Museum of Art di Pittsburgh. Nel 1978 espone le sue nuove creazioni al Pittsburgh Center for the Arts, poi si reca a New York ed entra alla School of Visual Art. Il suo interesse personale lo avvicina ai lavori di Jean Dubuffet, Stuart Davis, Jackson Pollock, Paul Klee e Mark Tobey. È questo il periodo in cui esplode la sua popolarità: inizia a realizzare graffiti soprattutto nelle stazioni della metropolitana e la sua pop-art viene grandemente apprezzata dai giovani, tanto che i suoi lavori verranno spesso rubati dalla loro collocazione originaria e venduti a musei. Per la sua attività (illegale) di "graffitaro" viene più volte arrestato.
Nel
1980 partecipa insieme ad Andy Warhol alla rassegna artistica Terrae Motus in
favore dei bambini terremotati dell'Irpinia. Occupa inoltre un palazzo in Times
Square realizzando la mostra Times Square Show. Allestisce in seguito molte
altre mostre finché la Tony Shafrazi Gallery diventa la sua galleria personale.
Nel 1981 partecipa alla prima mostra organizzata alla galleria Nosei, Public
Address, insieme alle opere di Jean-Michel Basquiat, Barbara Kruger e Jenny
Holzer.
Nel
1983 espone a San Paolo del Brasile, a Londra e a Tokyo.
Nel 1984 si reca a
Bologna, invitato da Francesca Alinovi, per esporre nella mostra Arte di
Frontiera. Nel 1985, a Milano, dipinge una murata nel negozio Fiorucci. Elio
Fiorucci, in un'intervista al mensile Stilearte, racconta così quella
esperienza: «Invitai Haring a Milano, stregato dalla sua capacità di elevare l'estemporaneità
ai gradini più alti dell'arte. Egli diede corpo ad un happening no stop,
lavorando per un giorno e una notte. I suoi segni "invasero" ogni
cosa, le pareti ma anche i mobili del negozio, che avevamo svuotato quasi
completamente. Fu un evento indimenticabile. Io feci portare un tavolone,
fiaschi di vino, bicchieri. La gente entrava a vedere Keith dipingere, si
fermava a bere e a chiacchierare. Ventiquattr'ore di flusso continuo; e poi i
giornali, le televisioni... In seguito, i murales sono stati strappati e
venduti all'asta dalla galleria parigina Binoche.»
Nel
1986 apre a New York il suo primo Pop Shop, dove è possibile comprare gadget
con le sue opere e vedere gratuitamente l'artista al lavoro. Lo stesso anno
dipinge sul muro di Berlino dei bambini che si tengono per mano. In seguito si
reca nel ghetto di Harlem dove dipinge su una grande murata sulla East Harlem
Drive le parole «Crack is Wack» («il crack è una porcheria»). Collabora spesso
con Angel Ortiz. Nel 1987 decora una parte dell'Hospital Necker di Parigi.
Nel
1988 apre un Pop Shop a Tokyo. In quell'occasione l'artista afferma: «Nella mia
vita ho fatto un sacco di cose, ho guadagnato un sacco di soldi e mi sono
divertito molto. Ma ho anche vissuto a New York negli anni del culmine della
promiscuità sessuale. Se non prenderò l'Aids io, non lo prenderà nessuno.» Nei
mesi successivi dichiara, in un'intervista a Rolling Stone di essere affetto
dal virus dell'HIV. Di lì a poco fonda la Keith Haring Foundation a favore dei
bambini malati di AIDS. Nel 1989, vicino alla chiesa di Sant'Antonio abate di
Pisa, esegue la sua ultima opera pubblica, un grande murale intitolato
Tuttomondo e dedicato alla pace universale
Il
16 febbraio 1990, Haring muore di Aids all'età di 31 anni. Nonostante la sua morte
prematura, l'immaginario di Haring è diventato un linguaggio visuale
universalmente riconosciuto del XX secolo, meritando, tra le altre innumerevoli
esposizioni, una mostra alla Triennale di Milano conclusasi nel gennaio del
2006.
Il
4 maggio 2012, in occasione del 54° anniversario della sua nascita, Google gli
dedica un Doodle
Grazie mille! Che bella panoramica, piacevolissima da leggere e guardare!
RispondiEliminaGrazie mille Christiane !!!
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