domenica 29 aprile 2012

Galata Museo del Mare

                                         

                   Galata Museo del Mare



Il Galata Museo del Mare di Genova è il più grande dedicato della navigazione nell'area del Mediterraneo oltre che una delle strutture museali più avanzate sul territorio italiano. Inaugurato in occasione di Genova capitale europea della cultura 2004, offre la possibilità di navigare nella storia immedesimandosi, grazie alla tecnologia, nella vita di marinai, passeggeri, esploratori e migranti.
Deve il suo nome al Palazzo Galata che lo ospita, e che, ristrutturato dall'architetto spagnolo Guillermo Vázquez Consuegra, è così chiamato a memoria dell’antica colonia genovese di Galata in Turchia. È inoltre situato nella Darsena, l’area tradizionalmente dedicata alla navigazione, ove anticamente venivano costruite le galee della Repubblica marinara. Una delle sale a piano terra ospita infatti la straordinaria riproduzione in scala naturale di una galea genovese.




La visita è articolata in ventitré grandi sale organizzate su quattro piani dedicate all'esposizione permanente più la Saletta dell'Arte, riservata all'esposizioni temporanee. In cima, la terrazza panoramica Mirador è uno spettacolare punto panoramico sui tetti di Genova.
Tema centrale del museo è quello del viaggio, in tutte le epoche e nelle diverse soluzioni tecniche, dalle navi a remi al piano terra ai velieri al primo e al secondo piano, alle esplorazioni geografiche, fino al terzo piano interamente dedicato al viaggio in America. La mostra interattiva "La Merica! da Genova ad Ellis island il viaggio per mare negli anni della grande emigrazione italiana" permette al visitatore di imbarcarsi virtualmente come uno degli emigranti che da Genova sono partiti per raggiungere l’America e seguire le vicissitudini di persone realmente esistite nel loro viaggio.





Recentemente il sommergibile Nazario Sauro (S 518) è stato destinato dalla Marina Militare italiana alla municipalità di Genova per essere utilizzato come museo galleggiante e ormeggiato davanti alla darsena antistante il Museo del Mare.

















geolocalizzare le carte geografiche sulle mappe satellitari del motore di ricerca Bing.  Galata Museo del Mare - Da oggi la Sala dei Globi e degli Atlanti, dedicata nel 2008 a Jack Clerici, presenta un nuovo allestimento multimediale per un'esperienza di consultazione dei documenti esposti culturalmente più ricca. Grazie a un sistema di navigazione touchscreen i visitatori possono sfogliare virtualmente le carte geografiche presenti in sala e ritrovarle georeferenziate sulle mappe satellitari del motore di ricerca Bing. Inoltre è possibile inviare la cartolina scelta tramite posta elettronica. Titolo e didascalie esplicative, in italiano e in inglese, sulla tavola dell’atlante visualizzata completano le informazioni a disposizione.





Accostare alle carte storiche l'aspetto odierno e reale dei luoghi che rappresentano è una novità esclusiva del Galata Museo del Mare. Il servizio permette ai visitatori di conoscere da vicino atlanti di grande valore, realizzati fra il 1500 e la fine del 1700 in modo rapido, piacevole ed istruttivo, rispettando le norme di conservazione.
Tra le opere esposte il notoAtlante di Ortelio del 1570 e l’Atlas Major di Mercatore del 1628. Inoltre sono esposti lacoppia di globi realizzati da Vincenzo Coronelli famoso cartografo veneziano, realizzati nel 1688. Vista la ricchezza della collezione di atlanti saranno attivati laboratori didattici specifici sula cartografia a cura del Servizio Educativo del Museo.




















Il secondo piano approfondisce l'esperienza della vita marinara. Seguendo un percorso cronologico potrete ammirare la ricostruzione a grandezza naturale di unbrigantino-goletta, di un cantiere navale e di uno yatch club inglese risalenti tutti alla fine ‘800. All'interno di quest'ultimo potrete ammirare un centinaio di preziosiYacht Portraits della collezione donata al Museo da Beppe Croce. Poco distante potrete toccare con mano la zattera originale del naufragio di Ambrogio Fogar e del giornalista Mancini; potrete inoltre curiosare nella sala nautica e azionare il timone di un brigantino - goletta. Ricostruzioni di ambienti e spettacolari effetti sonori vi guideranno attraverso gli oceani, facendovi provare persino il brivido di condurre una barca in tempesta al largo di Capo Horn.










Il terzo piano porta il Visitatore nelle Americhe. Dopo la mostra "La Merica!" inaugurata nel 2008 e dedicata ai viaggi dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti, il Galata prosegue il grande viaggio presentando un' esposizione permanente e dinamica che racconta in 1200 metri quadrati ed oltre 40 postazioni multimediali,molte delle quali interattive, come le migrazioni segnino la società italiana. L'allestimento attraverso ricostruzioni ambientali ricorda le destinazioni molto diverse degli italiani: quelle urbane, come la Boca, il coloratissimo quartiere di Buenos Aires ma anche quelle rurali, a volte perse nella foresta, come in Brasile, per terminare in quella più nota, Ellis Island. L'ultima sezione di Memorie e Migrazioni, per la prima volta in una sede culturale istituzionale permanente, èdedicata all' immigrazione in Italia. 

L'ultima sala del terzo piano è denominata "Il Piroscafo". Tra la ricostruzione di un ponte di prima classe e un simulatore navale - stretto parente di quelli utilizzati per il training degli ufficiali della marina mercantile - si vive l'emozione di una traversata atlantica da Gibilterra a New York dal ponte di comando: dal passaggio dello stretto di Gibilterra alla notte in Atlantico e all'arrivo a New York, passando sotto la Statua della Libertà e ormeggiando a Ellis Island.






interni del museo : intervento dell'architetto spagnolo Guillermo Vázquez Consuegra



interni del museo : intervento dell'architetto spagnolo Guillermo Vázquez Consuegra



MIRADOR  ( Terrazzo )





MIRAGenova è un importante e innovativo progetto che permette al visitatore di godere appieno dell'incantevole veduta del porto e della parte storica di Genovache lo circonda, quando giunge alla terrazza panoramica Mirador, su cui si affaccia il museo. La terrazza, che è stata allestita con aree di sosta attrezzate, un giardino pensile di piante liguri, 6 totem e 2 leggii in legno che incorniciano e descrivono monumenti e itinerari storici e artistici, funge anche da luogo di partenza per 5 itinerari pedonali - passeggiate alla scoperta di altrettanti luoghi storici -ampliamente descritti nei depliant informativi distribuiti all'ingresso della terrazza Mirador e scaricabili direttamente sul sito internet www.galatamuseodelmare.it e da una nuova postazione multimediale sita nella Hall del Museo. I 5 itinerari turistici, che dal Galata conducono verso musei e luoghi di interesse che sammirano dalla terrazza stessa, sono scaricabili su cellulare o su Ipod. I monumenti inquadrati dai totem della Terrazza sono il Palazzo del Principe, Castello d' Albertis, Commenda di Prè, Palazzo Reale, Magazzini del Cotone - area Porto Antico e Lanterna. Il sistema installato, unico nel suo genere, consente agli utenti muniti di telefoni cellulari bluetooth o Ipod, attraverso semplici passaggi, il download di uno o più file audio dallo stesso punto di distribuzione, fino a un massimo di sette operazioni contemporanee. L'utilizzo della Stazione Bluetooth è gratuita. L'iniziativa è promossa dal Mu.MA insieme a soggetti pubblici e privati quali Regione Liguria, Sistema Turistico Locale del Genovesato, Gruppo Banchero e Costa e Associazione Promotori Musei del Mare e della Navigazione onlus.







Come arrivare

Auto: uscita casello Genova-Ovest e proseguire per circa 1,5 chilometri in direzione centro in via Gramsci fino a Calata De Mari, 1, zona Darsena. È possibile usare il parcheggio Ponte Parodi.
Treno: da Stazione Genova Principe il Galata Museo del Mare è raggiungibile a piedi in 10 minuti; con autobus n. 1 per Piazza Caricamento; in metropolitana direzione De Ferrari (fermata stazione Darsena).
Da Stazione di Genova Brignole il Galata Museo del Mare è raggiungibile: in autobus n. 12 - 13 per Piazza Caricamento.











Informazioni

Galata Museo del Mare, Calata De Mari 1, Area Darsena, tel. 010-23.45.655








  













TRIENNALE DI MILANO

                                     TRIENNALE DI MILANO


Palazzo dell'Arte




















Cenni storici


Nel 1933 il Palazzo di Muzio è suddiviso in tre settori: gli uffici, la zona espositiva, il Loisir nel quale trovano posto sia il Ristorante con la sala da concerti che altri spazi destinati alla fruibilita del pubblico. Sulla terrazza viene invece creata la sala Danzante e data in gestione, insieme al ristorante, alla Ditta F.lli Beretta.


Nel 1943, durante l'occupazione nazista in Italia il Ristorante del palazzo viene adibito a circolo ricreativo per gli alti ufficiali tedeschi e la terrazza definitivamente chiusa(viene piazzata una batteria di contraerea). Il locale acquisisce il teutonico nome di Ballhaus (sala da danza in tedesco). Nel 1947 il Palazzo torna a nuova vita e così anche il Ristorante che torna al suo nome originario" Ristorante del Palazzo dell'Arte " e viene suddiviso in due sale da un enorme camino centrale raccogliendo in sè sia il ristorante che la sala da ballo con due piste separate.Da quel momento in poi quella è la struttura dominante di quello che oggi è conosciuto come Old Fashion Cafe. Il 1947 è un anno molto importante perché segna la riapertura della Triennale e il processo di normalizzazione della società italiana. Negli anni 50 lo spazio è in gestione alla CRTI , la compagnia di radio trasmissioni che ha nelle sale del Teatro (costruito proprio in quegli anni )la prima sala sperimentale delle trasmissioni televisive Italiane. Sarà proprio da quelle sale attigue all 'odierno Old Fashion che verranno irradiate le prime trasmissioni di "Lascia o Raddoppia" di Mike Bongiorno. Negli anni 60 il locale del Palazzo diventa il"PIPER" di Milano. Personaggi come Patty Pravo, Lucio Dalla e altri grandi nomi della musica Italiana infiammano le notti Milanesi, ma è il 23 giugno del 1968 che il locale sorge agli onori della leggenda musicale con il concerto di Jimi Hendrix. Oltre 1000 persone assistono alla sua performance mentre una folla in delirio cerca di accedere ai locali. Dopo la parentesi Piper (che sarà chiuso a causa dell'occupazione studentesca della Triennale del 1968) il locale riapre nel 1969 come "Wanted Saloon". Purtroppo la gestione è fallimentare e il Saloon chiude in meno di un anno a causa di una violenta sparatoria tra clienti Nel 1970 viene ristrutturato e chiamato Old Fashion. Il nome deriva da un famoso Long drink a base di Whiskey e soda molto in voga in quegli anni che veniva servito in Tambler basso (chiamato anche Old Fashioned Glass) È un Dancing che tra alterni momenti di gloria e cadute di stile arriva fino al 1988 quando, a scadenza di contratto, riceve lo sfratto dal Comune di Milano Nel 1995 (dopo oltre 3 anni di ristrutturazioni) nasce Old Fashion Cafe il primo locale metropolitano a dotarsi di un importante ristorante oltre che di ben due sale per ballare. Nato dai disegni dell'Arch Daniele Beretta l'Old Fashion si discosta da tutte le discoteche anche per quella vena artistica che accompagna il suo debutto. Opere di maestri come Cassinari, Musella, Mastroianni, fanno bella mostra di sè nei saloni e tra gli archi del giardino. È tuttora in piena attività
Il restauro del 1984 ha aggiunto all'edificio originale le scale di sicurezza esterne.




Il nuovissimo Triennale Design Museum, che ha aperto alla fine del 2007, è stato progettato dall'architetto Michele De Lucchi: uno spazio espositivo di 2.000 mq complessivamente. L'elemento architettonico innovativo di Triennale Design Museum è l'ingresso attraverso un ponte che permette al museo di essere al contempo all'interno della Triennale e corpo autonomo e visibile nella sua funzione. 
Il Design Museum è concepito per rinnovarsi periodicamente, nasce come un museo-laboratorio, luogo di ricerca e sperimentazione, che ogni 12-18 mesi cambierà aspetto, si riprogetterà sulla base di nuovi temi e nuove parole chiave, con un allestimento a sua volta completamente nuovo. Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Joe Colombo, Vico Magistretti, Alberto Meda, Gaetano Pesce, Gio Ponti e Marco Zanuso sono alcuni dei designer presenti nella collezione, gli oggetti provengono dalla collezione della Triennale, integrati con quelli della rete delle raccolte pubbliche e private e dei musei nazionali. 
A completare l'articolazione dello spazio museale anche un Teatro - Agorà e un laboratorio di restauro del moderno.

The brand new Triennale Design Museum, which opened at the end of 2007, was designed by architect Michele De Lucchi. It has an exhibition space totalling 2,000 sqm. The innovative architectural element is the entrance across a bridge, which allows the museum not only to be part of the Triennale but at the same time to be seen as building in its own right, with its role clearly visible. The Design Museum has been planned so that it can be renewed periodically. It has begun like a museum-workshop, a place for research which will change in appearance every 12 to 18 months. Then it will be replanned on the basis of new themes and key words, fitted out afresh with a completely new look. Achille and Pier Giacomo Castiglioni, Joe Colombo, Vico Magistretti, Alberto Meda, Gaetano Pesce, Gio Ponti and Marco Zanuso are some of the designers included in the collections. The objects come from the Triennale collection, ingregrated with those from a network of public and private collections and from national museums. To complete the museum space there is also a theatre-agora and a laboratory for modern restoration work.









                                                                                                         


La Triennale di Milano è un’istituzione culturale internazionale che produce mostre, convegni ed eventi di arte, design, architettura, moda, cinema, comunicazione e società.
Organizza mostre di dedicate all’arte contemporanea, agli architetti e designer di fama nazionale e internazionale, ai grandi stilisti che hanno cambiato il gusto e il costume, ai temi sociali.
 
È anche un museo che ricerca, studia, rappresenta il design italiano da punti di vista sempre differenti; Triennale Design Museum è il primo museo del design italiano, situato nella storica sede della Triennale di Milano offre al visitatore la possibilità di scoprire le eccellenze del design italiano attraverso inediti punti di vista.
 
È un laboratorio di idee che si rivolge non solo agli appassionati, studenti, professionisti, ma anche al pubblico del futuro, bambini e ragazzi, con attività sperimentali e interattive dedi- cate alla cultura del progetto.
 
È anche il Teatro dell’Arte, tra i più significativi del panorama milanese, nuovo punto di riferimento per progetti culturali e arti performative.
 
È anche il Palazzo dell'Arte nel centro di Milano all'interno del Parco Sempione, uno dei parchi storici della città, che fin dalle sue origini nasce come edificio progettato per essere flessibile e adattabile a ogni esigenza performativa ed espositiva.



V TRIENNALE DESIGN MUSEUM TDM 5 GRAFICA ITALIANA


14 Aprile 2012. 24 Febbraio 2013.


Direttore: Silvana Annicchiarico
Cura scientifica: Giorgio Camuffo, Mario Piazza, Carlo Vinti
Progetto di allestimento: Fabio Novembre
Progetto grafico: Leftloft
Progetto audio: Saturnino, Sound Identity

Catalogo Corraini Edizioni

Con la quinta edizione dal titolo TDM5: grafica italiana, Triennale Design Museum porta avanti il suo percorso di promozione e valorizzazione della creatività italiana, estendendo la ricerca a una storia che è sempre stata considerata minore e ancillare, per restituirle la giusta autonomia.
Dopo le prime ricognizioni dedicate dal museo alla grafica contemporanea (The New Italian DesignSpaghetti grafica e Graphic Design Worlds) la scelta di dedicare una edizione alla grafica italiana, alla comunicazione visiva e alla loro storia è un passo importante per arricchire e completare il percorso nel design italiano intrapreso dal Triennale Design Museum.
TDM5: grafica italiana rappresenta un’opportunità per presentare vicende, figure, fenomeni che hanno accompagnato e sostenuto gli sviluppi culturali, sociali, economici e politici del nostro paese, che rimangono ancora relativamente poco conosciuti, nella loro ricchezza, al di fuori delle comunità specializzate.
Un’occasione per contribuire, collegando passato e presente, a una maggiore coscienza critica rispetto a vecchi e nuovi prodotti e strumenti della cultura visiva che appartengono ormai diffusamente alla nostra vita quotidiana.
Partendo dalle premesse storiche, dalle radici culturali e dai momenti-chiave del graphic design italiano, il percorso espositivo si articola per tipologie di artefatti, andando a configurare, una sorta di tassonomia, che va dalla scrittura ai progetti che si relazionano con il tema dello spazio e del tempo.
Dopo aver risposto alla domanda “Che Cosa è il Design Italiano?” con Le Sette Ossessioni del Design ItalianoSerie Fuori SerieQuali cose siamo e Le fabbriche dei sogni, Triennale Design Museum, il primo museo del design italiano, conferma la sua natura dinamica, in grado di rinnovarsi continuamente e di offrire al visitatore percorsi inediti e diversificati. Un museo emozionale e coinvolgente. Un organismo vivo e mutante, capace ogni anno, attraverso la sua innovativa formula, di interrogarsi senza dare risposte precostituite.











MOSTRA      17 Aprile. 17 Giugno 2012

A cura di Vanni Pasca
Progetto di allestimento: Studio D’Urbino Lomazzi
Progetto grafico: Italo Lupi
Catalogo Corraini Edizioni
Le mostre del CreativeSet sono un progetto diretto da Silvana Annicchiarico
Il progetto MINI&Triennale CreativeSet presenta un omaggio al gruppo storico De Pas, D’Urbino e Lomazzi attraverso una selezione di pezzi iconici che ne evidenzia l’importante apporto nella storia del design italiano sia dal punto di vista della ricerca e della sperimentazione, che dal punto di vista professionale.
La mostra è a cura di Vanni Pasca, con uno speciale progetto di allestimento dello Studio D’Urbino Lomazzi e il progetto grafico di Italo Lupi.
Dichiara Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum: “Fin dalla sua apertura, Triennale Design Museum ha manifestato una duplice natura e vocazione: luogo della tutela e valorizzazione della memoria e della storia del progetto, da una parte, e laboratorio di sperimentazione e ricerca, dall’altra. L’anno scorso, con il focus dedicato a Carlo De Carli nello spazio del CreativeSet abbiamo iniziato un percorso volto a restituire la dovuta attenzione a una importante figura del mondo del progetto italiano. Proseguendo sulla stessa linea, la mostra su De Pas, D’Urbino e Lomazzi propone una lettura critica della loro attività riaffermandone il ruolo cardine nella storia del design italiano”. 
Jonathan De Pas (1932-1991), Donato D’Urbino (1935) e Paolo Lomazzi (1936) fondano il loro Studio nel 1966, anno della partecipazione al concorso per arredi indetto dallaSelettiva del mobile di Cantù. In questa occasione, raccogliendo idealmente l’eredità culturale del movimento moderno, contestano le idee alla base del concorso stesso e introducono tematiche che diventeranno costanti della loro poetica, come la rivendicazione di un “rapporto attivo” che si deve instaurare tra uomini, oggetti e spazi, la volontà di reinterpretare le tipologie edilizie, l’attenzione ai costi e all’accessibilità.
Negli anni sessanta, De Pas, D’Urbino e Lomazzi si contraddistinguono per un approccio progettuale anticonvenzionale e un design dal sapore ludico e ironico, dal forte valore espressivo, che risente delle coeve tendenze pop.
Fra i loro progetti più famosi la poltrona gonfiabile Blow del 1967, le strutture pneumatiche, abitative ed espositive, degli stessi anni, la poltrona Joe del 1970 (un guantone da baseball in onore del giocatore Joe Di Maggio) e l’appendiabiti Sciangaidel 1973, trasposizione ingrandita delle bacchette dell’omonimo gioco.
Nel 1968 partecipano all’Expo mondiale di Osaka, con un progetto di coperture a moduli compositi formati da semisfere gonfiabili, e, nello stesso anno, in occasione della XIV Triennale di Milano, presentano un tunnel, sempre gonfiabile, progettato come raccordo tra il Palazzo dell’Arte e il Padiglione Italiano, collocato nel parco Sempione.
Lo Studio ha portato avanti negli anni importanti ricerche sulle tecnologie industriali, ha collaborato con diversi imprenditori aperti alla sperimentazione sui materiali e ha elaborato nuove idee legate al comfort e alla multifunzionalità.
Dal 1966 a oggi ha sviluppato oltre 2000 progetti che spaziano dal design industriale all’arredamento, dagli allestimenti all’urbanistica e all’architettura.








MOSTRA  28 Aprile 2012. 31 Gennaio 2013.




A cura di Davide Rampello e Studio Cerri & Associati
Progetto di allestimento: Studio Cerri & Associati
In occasione  di Shanghai Expo 2010 svoltasi dal 1 maggio al 31 ottobre 2010 La Triennale di Milano ha realizzato per conto del Commissariato Generale del Governo Italiano per l’Esposizione Universale di Shanghai 2010 la mostra La città dell’uomo, 
Vivere all’Italiana che ha registrato un’affluenza di circa 10.000.000 di visitatori (il secondo padiglione più visitato di tutta l’edizione cinese).
Il Governo Italiano ha donato il Padiglione Italiano al Governo della Repubblica Popolare Cinese con la garanzia che il padiglione stesso rimanesse nella sua attuale collocazione e fungesse da centro di scambio culturale e affari tra i due paesi.
Il padiglione Italiano, infatti, sarà il centro di Shanghai Italian center, cittadella della cultura e della formazione che il governo cinese ha affidato per la gestione a Shanghai Expo Group che ha stipulato un accordo di partnership strategica con la Triennale di Milano. Tale accordo, sancito con il supporto della Municipalità di Shanghai, Shanghai Expo Bureau e il Ministero degli Affari Esteri Italiano, la Commissione Italiana per Expo 2010, il Consolato italiano in Shanghai, ha destinato il padiglione a essere una piattaforma di scambio culturale tra Italia e Cina e ha incaricato la Triennale di Milano di sviluppare un sistema espositivo di rappresentazione della cultura italiana e cinese con un concept e allestimento differente ogni anno per tre anni.
La prima mostra che si svolgerà dal 28 aprile 2012 al 31 gennaio 2013 avrà come titoloTradizione e Innovazione. L’Italia in Cina e presenterà al pubblico cinese l’arte, l’artigianato, la moda, il design e la tecnologia italiana in rapporto alla cultura cinese.
La premessa è che questi due paesi condividono una cultura millenaria, uno sguardo all’arte, all’artigianato, al design sempre rivolto sia alla tradizione sia alla modernità e valori comuni nell’utilizzo dei materiali preziosi, nel rapporto con l’innovazione pur raggiungendo risultati totalmente diversi, ma ai quali il mondo guarda con grande interesse.
La mostra è suddivisa in 7 sezioni:
Le icone d’Italia
Gli ori d’Italia
L’Italia riscoperta: modernità ecologica e sostenibile
La cultura del cibo
Dalla Cina all’Italia. Venezia e l’Oriente
La piazza della Gioia
La penisola della Luce
L’ingresso alla mostra ha come protagonista la copia in bronzo del David di Michelangelo che instaura un dialogo silenzioso con la ricostruzione del fronte scenico del teatro Olimpico di Vicenza, opera del Palladio, vera e propria porta di ingresso all’esposizione.
Attraverso il Teatro Olimpico si accede, infatti, alla sezione dedicata ai gioielli e preziosi.
Questa sezione vuole instaurare una relazione tra presente e passato accostando le creazioni contemporanee delle grandi aziende del settore, Buccellati, Pomellato, Damiani, Vhernier, a collane, bracciali, spille, anelli delle nobili famiglie dall’antichità romana e greca al Barocco.
Dal mese di giugno una tela di Bernardo Strozzi, San Lorenzo distribuisce gli arredi, darà testimonianza ed esempio dei preziosi oggetti sacri liturgici.
La seconda sezione è caratterizzata dai tre elementi scienza, arte, design.
La modernità avveniristica ha come oggetto-icona protagonista Apollo Mecc-Sun, un veicolo ibrido alimentato a energia solare progettato dal Politecnico di Milano. Questo veicolo ha la migliore efficienza energetica nella sua categoria e rappresenta un esempio di ricerca sostenibile nella forma e nella funzione.
L’arte presenta una selezione di dipinti di artisti conosciuti e anonimi che descrivono il paesaggio peninsulare nelle sue differenti articolazioni di centri urbani, campagne e vedute in costante confronto con le best practice nell’ambito delle politiche ambientali di 12 città italiane raccontate in altrettanti video curati dal Ministero dell’Ambiente.
Infine sarà affrontato il tema della sostenibilità ambientale attraverso una selezione di oggetti quotidiani di design, con particolare attenzione ai materiali di riciclo, di progetti architettonici, di progetti di sviluppo urbanistico.
Si passa poi alla sezione dedicata alla cultura del cibo. Al centro della sala un albero di ulivo e un campo di grano a soffitto fanno da sfondo alla presentazione da una parte dei prodotti fondamentali della cultura mediterranea: pasta, olio e vino; dall’altra all’arte della preparazione della Tavola.
Oggetti preziosi e raffinati, vetrerie, argenterie, porcellane, appartenenti al Palazzo presidenziale del Quirinale, sono accostati a moderni oggetti di uso comune, pentole, padelle, posate e accessori progettate dai designer contemporanei e realizzate dalle aziende italiane di design.
Il rapporto tra Italia e Cina è il motivo fondante della sezione successiva curata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia. In particolare si testimonia l’influenza dell’arte cinese in Italia e attraverso l’Italia in tutta Europa. Vetri di Murano, porcellane, orientalismi nella decorazione, carte da parati e oggetti vari anche in legno laccato, tessuti per arredo e per abbigliamento, accessori.
La ricostruzione della cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, opera del Brunelleschi, introduce al quinto capitolo che vuole rappresentare il concetto di piazza italiana, come centro non solo urbanistico ma come luogo di rappresentazione della creatività e dell’arte italiana.
Al centro, infatti, sono collocate una o più sculture come da tradizione.
Sono presenti in questa sala la ricostruzione dell’Orchestra del Teatro alla Scala, nel momento di pausa tra un atto e l’altro di un immaginario concerto, una installazione, progettata da Pierluigi Cerri, di 70 sedie di design italiano tutte di produzione nel biennio 2010/11 che testimoniano la fertilità della creatività progettuale italiana in una gigantesca scacchiera appoggiata su una piazza metafisica dechirichiana. Fanno da contraltare i Pupi siciliani, icona del patrimonio culturale immateriale e decine di modelli in legno di oggetti di design realizzati da Giovanni Sacchi che assurgono a sintesi del rapporto tra design, alto artigianato e arte.
Infine la Penisola della Luce mostra la storia e la cultura italiana attraverso scene e frammenti del grande cinema italiano. Quattro film originali, realizzati appositamente per la mostra, che citano sequenze cinematografiche da oltre 150 film rendono omaggio ad alcuni dei più grandi registi italiani, tra gli altri Rossellini, Visconti, De Sica, Fellini, Antonioni, Bertolucci, e alcuni attori e attrici del nostro panorama, Totò, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Anna Magnani, Silvana Mangano, Giulietta Masina, Sophia Loren e altri.





MOSTRA 17 Aprile. 19 Maggio 2012.





In occasione del Salone del mobile 2012 e di Eurocucina, L’Archivio Fotografico e l’Archivio Audiovisivo della Biblioteca del Progetto della Triennale di Milano, propongono una selezione di immagini di archivio degli allestimenti delle mostre dell’abitazione e dell’arredamento italiano e internazionale delle edizioni storiche delle Triennali, progettati da architetti come Figini e Pollini o Franco Albini. I video provengono dalla mostra del MoMa del 1972 Italy. The New Domestic Landscape Achievements and Problems of Italian Design, ripresi successivamente dalla mostra della Triennale del 1991: Mobili Italiani 1961-1991. Le varie età dei linguaggi.







MOSTRA 4 Maggio. 27 Maggio 2012.






Il fotografo Gérard Rancinan e l’autrice Caroline Gaudriault sono acuti osservatori di un mondo in continuo cambiamento. L’opera di Rancinan è unica nel suo genere. Prima arriva lo spettatore è sorpreso dall’impatto fotografico, poi dall’opera scaturisce la forza delle idee sulle quali le immagini sono costruite. Il lavoro di Gérard Rancinan e Caroline Gaudriault è innegabilmente legato al mondo dell’arte contemporanea e combina un approccio purista alla fotografia a un’alta sensibilità letteraria.
La mostra Trilogia dei Moderni può essere riassunta così: sette anni di lavoro, 3 parti di una trilogia, 70 fotografie, 300 modelli, 3 libri, una grande mostra che sarà presentata in tutto il mondo. 
La Trilogia dei Moderni è un’opera divisa in tre parti, la prima intitolata Metamorphoses è stata presentata al Palais de Tokyo a Parigi nel 2009, e la seconda Hypotheses alla Chapelle Saint-Saveur nel 2011. La terza e ultima parte, dal titolo Wonderful World che completa la trilogia, sarà presentata in anteprima assoluta alla Triennale di Milano dal 4 al 27 maggio 2012. 
Dopo il lancio milanese, sarà presentata in numerose istituzioni museali in tutto il mondo.







Gianluca Giordano