Influenza
culturale
La
Mole Antonelliana è raffigurata sul verso della moneta da 2 centesimi di euro
coniata dalla Repubblica Italiana, ed è stata ripresa nel logo dei XX Giochi
olimpici invernali 2006, che mostra la sagoma della Mole stilizzata con
cristalli di ghiaccio bianchi e azzurri, neve e cielo, che formano una rete,
simbolo dello spirito olimpico (un altro simbolo, più classico e meno
stilizzato, è stato presentato durante la candidatura). Sempre in occasione
delle Olimpiadi invernali fu coniato un 2 euro commemorativo, sul cui sfondo
del verso compare la Mole.
All'interno
della Mole Antonelliana è stata girata gran parte del film Dopo mezzanotte di
Davide Ferrario, nel quale la Mole è una simbolica co-protagonista.
Un disegno della Mole Antonelliana compare nella sigla di chiusura
del lungometraggio di Hayao Miyazaki Porco Rosso.
Una cartolina raffigurante lo skyline della città di Torino e
quindi la Mole Antonelliana compare nelle prime scene del film Turistas.
Museo
nazionale del Cinema
Il Museo nazionale del Cinema, Fondazione Maria Adriana Prolo, ha sede
a Torino, all'interno della Mole Antonelliana. Il nucleo delle collezioni è
dovuto al lavoro della storica e collezionista Maria Adriana Prolo.
Nel 2008, con 532.196 visitatori, si è collocato al tredicesimo posto
tra i musei più visitati d'Italia.
Esposizione
Ospita
macchine ottiche pre-cinematografiche (lanterne magiche), attrezzature
cinematografiche antiche e moderne, pezzi provenienti dai set dei primi film
italiani ed altri cimeli nazionali e internazionali.
Lungo
il percorso espositivo di 3200 metri quadrati distribuiti su cinque piani si
visitano alcuni spazi dedicati alle figure principali che contribuiscono a
realizzare un film. Nella sala principale, costruita nella sala del tempio
della Mole, una serie di cappelle è dedicata a vari generi cinematografici.
Il museo conserva un'imponente collezione di manifesti
cinematografici, una collezione di pellicole ed una biblioteca, in costante
ampliamento: comprende attualmente 20.000 apparecchi, dipinti e stampe, oltre
80.000 documenti fotografici, oltre 300.000 manifesti, 12.000 film e 26.000
volumi (febbraio 2006).
Una sala cinematografica poco lontana dal museo, all'interno del
cinema Massimo, è riservata esclusivamente alle retrospettive e alle altre
attività del museo. Il Museo Nazionale del Cinema ospita numerosi festival, il
più importante e prestigioso dei quali è il Torino Film Festival.
All'interno del museo si trova anche un ascensore panoramico
(inaugurato nel 2000), con pareti in cristallo trasparente, che effettua la sua
corsa in 59 secondi, in una sola campata a cielo aperto senza piani intermedi,
dai 10 metri della quota di partenza agli 85 metri del "tempietto" dal
quale si può vedere il panorama della città.
Si tratta del museo con la maggiore estensione in
altezza del mondo.
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Storia
Il
primo progetto di costituire un museo italiano del cinema risale al giugno
1941, quando la studiosa di storia e di cinema Maria Adriana Prolo cominciò a
realizzare questa idea, sotto i buoni auspici del regime fascista, che si era
già reso artefice della realizzazione del centro romano di Cinecittà, e con il
sostegno artistico di alcuni pionieri del cinema, che quarant'anni prima
avevano creato l'industria cinematografica italiana.
Mentre Francesco Pasinetti sulla rivista Si gira
e Alberto Rossi sul quotidiano La Gazzetta del Popolo sostenevano l'iniziativa,
arrivarono i primi contributi finanziari di enti e industrie che permisero
l'acquisto di cimeli e documenti della storia del cinema italiano. Questo
materiale venne inizialmente immagazzinato in una sala della Mole Antonelliana
concessa dal Comune di Torino (curiosamente la stessa sede che ospiterà,
sessant'anni dopo, la sede definitiva del museo).
Gli sforzi per dare vita al museo ripresero dopo la fine della guerra:
nel 1946 fu organizzata una mostra retrospettiva nella galleria sotterranea di
via Roma, nel 1950 e nel 1951 ebbero luogo altre mostre temporanee, nel 1952 il
costituendo museo partecipò ad una delle prime trasmissioni televisive
sperimentali fornendo materiali e consulenze. Queste attività stimolarono
l'interesse del pubblico e degli studiosi sulla collezione di cimeli, che però
non riusciva a trovare un'esposizione permanente. L'idea di insediare il museo
all'interno della Mole Antonelliana sfumò a causa del "tornado" del
1953 che danneggiò gravemente l'edificio, e nello stesso anno arrivò a Torino
Henri Langlois, fondatore della Cinématheque Française e del Musée du Cinéma di
Parigi, il quale incontrò giornalisti e consiglieri comunali e li persuase
della necessità di dare una sistemazione adeguata al patrimonio raccolto dalla
professoressa Prolo.
Il
7 luglio 1953 si costituì ufficialmente l'Associazione Museo del Cinema, che
aveva tra i soci fondatori il regista Giovanni Pastrone (più noto ai tempi del
cinema muto con il nome di Piero Fosco), lo sceneggiatore Augusto Ferraris
(nome d'arte Arrigo Frusta), lo scrittore e critico cinematografico Mario
Gromo, l'architetto Leonardo Mosso, Carlo Giacheri e il giornalista Bruno
Ventavoli. Direttrice a vita del Museo fu nominata Adriana Prolo. Finalmente
vennero trovati i locali adatti in un'ala di Palazzo Chiablese: la mostra dei cimeli fu
allestita al piano terreno, mentre una sala era adibita a locale di proiezione;
la cineteca e la biblioteca furono collocati al piano superiore.
Il museo fu inaugurato il 27 settembre 1958,
diventò membro dell'Associazione Nazionale dei Musei italiani nel 1959 e fu
riconosciuto tra i musei medi dello Stato nel 1960.
Alcune delle manifestazioni più importanti organizzate dal museo nella
sua storia comprendono la "Mostra della caricatura nella fotografia e nel
cinema dal 1839 al 1939" nel 1960, la "Mostra della
Stereoscopia" nel 1966, una rassegna del cinema muto italiano in
collaborazione con l'Istituto di Storia del Cinema e dello Spettacolo
dell'Università di Torino nel 1973, la "Mostra dei manifesti del cinema
muto italiano" nel 1974. Nel 1975 si tenne a Torino il trentunesimo
congresso della FIAF (Fédération Internationale des Archives du Film), che
comprendeva anche un convegno su Giovanni Pastrone e David W. Griffith.
Il museo fu chiuso al pubblico per
ragioni di sicurezza nel 1983, alcuni mesi dopo l'incendio del cinema Statuto.
Nel 1991 Maria Adriana Prolo morì, poco tempo
dopo aver assistito all'inaugurazione delle nuove sale cinematografiche del
museo presso il Cinema Massimo. Nel 1992 il museo divenne fondazione e prese il
suo nome, grazie al sostegno dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema,
degli enti locali e della Cassa di Risparmio di Torino. Nel luglio 2000 venne
inaugurata la nuova sede del museo, all'interno della Mole Antonelliana, su
progetto dell'architetto Gianfranco Gritella e l'allestimento dell'architetto
svizzero François Confino.
In breve
tempo il museo del cinema diventò il più visitato dei molti musei di Torino e
uno dei più visitati d'Italia, con oltre due milioni di visitatori nei primi
cinque anni e mezzo di attività (2000-2005).
Nel
2004 il regista Davide Ferrario ha ambientato qui il film Dopo mezzanotte
facendo conoscere il museo al grande pubblico.
In
occasione dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006 l'allestimento è
stato rinnovato con nuove postazioni multimediali e interattive, tre nuovi
ambienti dedicati al western, al musical e alla fantascienza, e un restauro del
film Cabiria di Giovanni Pastrone.
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